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giovedì 31 maggio 2012

Il grande compito

Riporto un pezzo di F.Nembrini [Di padre in figlio - Ares] che mi è capitato di leggere questa mattina e che mi pare la vera urgenza in Italia, oggi.

"L'ultima osservazione che voglio fare è un richiamo ad una grande alleanza con tutto ciò che di migliore vive nella società, perchè l'educazione deve essere affermata come compito prioritario della società, della famiglia, di ciascun adulto.
Una grande azione sociale fino alla politica per la difesa dei diritti della persona e pertanto del più indifeso che è il bambino.
Il grande diritto del bambino è avere di fronte un adulto che dia testimonianza della positività della vita! [...]
E' un movimento di adulti, di lavoratori, di persone di diverse estrazioni culturali e sociali, di tutti gli uomini di buona volontà che si uniscono per assumere questa responsabilità."

Giovanni Kirn

mercoledì 30 maggio 2012

IMU: Romano perde un'altra occasione


Sembra che la tanto sbandierata solidarietà e sussidiarietà sia stata cancellata dal vocabolario politico.

Tutti si sono adeguati ai termini imposti dal governo: prima si e' parlato e agito solo sulle tasse di cui l'oggetto di stasera e' forse l'esempio più fulgido. Poi si e' parlato ma molto poco agito sulla crescita; adesso si comincia a parlare di tagli.

Ma di un cambiamento di prospettiva che possa alleggerire questo stato elefantiaco cambiando il metodo di affrontare i problemi, partendo cioè dalla società civile e quindi spendendo molto meno, nessuno parla mai.
SullIMU Romano si sta comportando proprio così. Già a marzo avevamo  richiesto che chi affitta la propria casa a prezzo calmierato potesse usufruire di una agevolazione sull'IMU.

Lo ribadiamo ora  con forza, certi che sia un principio sacrosanto.

Occorre, soprattutto di fronte ad una tassa ingiusta, ammesso che non sia possibile abolirla, essere assolutamente accorti  nell'applicarla. E invece il sindaco Romano sta perdendo un'occasione dietro l'altra.
Molto bravi lei e il suo assessore Orlandi ad applicare la legge, molto meno bravi a cambiare metodo di affronto dei problemi, di cui la nostra proposta e' portatrice. Non vorrei che tale mancanza sia segno di pochezza di idee, o meglio del prevalere esclusivo delle idee di Sel con le loro fisse sulle piste ciclabili e sui blocchi del traffico.
Tre motivi ci spingono a insistere di nuovo sulla proposta del PDL già presentata al Consiglio di Marzo:
1) Innanzitutto esiste una convenzione già in essere che regola tale meccanismo per cui non ci sarebbe bisogno di altre lungaggini burocratiche.

2) Si incentiverebbero i privati ad offrire le numerosissime case sfitte di Rho ad un prezzo basso a tutti quei nuclei famigliari che la crisi cogente ha reso bisognosi di un abitazione e che altrimenti si rivolgerebbero inevitabilmente al comune. Per la collettività sicuramente il costo di una casa comunale e' molto più alto rispetto ad una detrazione IMU concessa ad un privato, considerando anche lo stato di morosita' degli affittuari delle case comunali e i costi di manutenzione degli stabili stessi.

3) Da ultimo, si rilancerebbe tale convenzione, possibilità vera di solidarietà tra i cittadini.

Per una volta il comune potrebbe promuovere, incentivandola, una reale azione sussidiaria, che nasce dal basso, dai cittadini.
Allora l'invito e' quello di non continuare a perdere occasioni ma di mettere in campo azioni innovative che possano ribaltare il metodo obsoleto e fallimentare in base al quale e' lo stato che provvede e dispone. Metodo che ci ha condotto nella situazione drammatica di un debito pubblico astronomico, e che, volenti o nolenti dovrà cambiare perché di soldi non ce ne sono più.
E noi possiamo nel nostro piccolo incominciare prima, senza perdere altre occasioni.

Giovanni Kirn (stralci intervento CC del 24/05/2012)

Come hanno ridotto la Lombardia vent'anni di potere formigoniano

Pubblichiamo stralci dell’intervento ieri in aula del consigliere regionale Doriano Riparbelli, in risposta alla mozione di sfiducia presentata dal centrosinistra.
«La mozione sostiene che i temi della corretta amministrazione, dell’efficienza, della trasparenza, dell’efficacia dei controlli sull’attività pubblica sono stati ripetutamente disattesi dall’amministrazione Formigoni. C’è da chiedersi in che mondo vivano i firmatari della mozione. Quale realtà distorta stanno rappresentando!».
ESPORTAZIONI – «Nonostante cinque lunghi anni di crisi mondiale, grazie anche alle politiche messe in atto da Regione Lombardia, le imprese industriali lombarde hanno raggiunto, nel corso del 2011, il record di esportazioni per un valore di oltre 104 miliardi di Euro. Il livello più alto mai raggiunto. I significativi interventi a sostegno del sistema agroalimentare lombardo lo hanno fatto diventare il più importante d’ Italia e fra i più rilevanti a livello europeo».
PIL – «La Lombardia rappresenta il 20,7% del Pil nazionale, il 36% dell’import nazionale, il 29% dell’export, il 25,2% di tutte le società di capitale italiane, il 21% della spesa totale in ricerca e sviluppo. Il Pil per abitante supera i 32 mila euro (28,3% in più della media nazionale)».
INFANZIA – «L’osservatorio dei diritti dei minori ha recentemente riconosciuto il merito, al Governatore Formigoni, di aver portato la Lombardia al primo posto in Europa, grazie alle leggi sulle politiche familiari in tema di tutela dell’infanzia in tutte le sue fasi. L’elevato livello qualitativo dei reparti pediatrici, disseminati sull’intero territorio regionale e la quantità e qualità dei micronidi, nidi e asili, operanti sul territorio, conferiscono alla Regione Lombardia il compito di salvaguardia degli standard italiani rispetto agli altri Paesi dell’ Unione. Una realtà fatta di numeri che illustra chiaramente che le priorità del governo Formigoni, sono state, negli anni del suo mandato, le famiglie e i lavoratori».
PERSONALE – «La Corte dei Conti nel giudizio di parificazione per l’anno 2010 ha scritto: “La Regione Lombardia, a fine 2010, contava 223 dirigenti. I dipendenti del comparto, alla stessa data, erano 3.123. In Sicilia, i dirigenti regionali sono all’incirca dieci volte di più della Regione Lombardia, mentre i dipendenti, sono quasi il sestuplo e ciò non può essere giustificato soltanto con riferimento alle maggiori competenze legate all’autonomia della Regione Sicilia”. La Regione Sardegna, con una popolazione di appena 1.672.000 abitanti ha in servizio ben 4.548 dipendenti ben 1.424 in più di Regione Lombardia».
IMPIEGATI: LOMBARDIA 34, MOLISE 291 – «In Lombardia, la media è di 34 impiegati ogni 100mila abitanti, per lo stesso numero di abitanti il Molise ne ha 291, ovvero 8 volte e mezzo di più rispetto alla Lombardia, il Piemonte ne ha 70, l’Umbria 159 e la Toscana 74 ogni centomila abitanti».
COSTO PER ABITANTE – «Essere i primi con un costo per abitante di 21 euro pro capite, quando la media nazionale è di 44 euro è davvero straordinario, soprattutto se si osserva che, sempre la Regione Sicilia, costa 349 euro per abitante; una cifra spaventosa che mette una seria ipoteca su ogni prospettiva di sviluppo del nostro Paese».
BELLA NAPOLI – «Com’è possibile, di fronte a questi dati, che la Lombardia sia additata come la Regione del malaffare e si continua a chiedere le dimissioni del suo Presidente? Le altre Regioni? Le sciogliamo tutte d’ufficio? Se poi si va ad analizzare quanto costa ai cittadini il Comune di Napoli, da anni in mano alla sinistra, c’è da rimanere senza parole, pensate, ben 1.630 euro pro capite. Una cifra enorme che non paga solo il cittadino napoletano perché ogni anno gli Italiani, versano al comune di Napoli ben 600.000.000 di euro!
Ce la farà la sinistra a portare il sistema Napoli anche in Regione Lombardia e nel resto d’ Italia? C’è da sperare nella saggezza degli elettori che abbiamo il dovere di informare per evitare un disastro irreversibile».
SOCIETA’ PARTECIPATE – «La proliferazione delle società partecipate nelle Regioni, Province e Comuni rappresenta un pesante vincolo allo sviluppo e alla riduzione della spesa pubblica. Anche su questo fronte la Regione Lombardia è avanti anni luce di fronte alle altre regioni. A fronte di 69 partecipazioni del Governo Formigoni, l’Emilia Romagna ne conta ben 193, per non parlare del comune di Torino che ha 623 partecipazioni. Le società partecipate consentono agli enti locali di assegnare ben 38.000 poltrone e sarebbe opportuno che la classe politica prendesse coscienza della necessità di liberare queste risorse dai controlli dei partiti, evitando di proporre ai cittadini referendum ingannevoli che paventano l’aggressione dei privati al bene pubblico».
LISTE D’ATTESA – «Sullo spinoso problema delle liste di attesa, la Lombardia (così dichiara l’osservatorio Nazionale sulla Salute), è la Regione in cui si riscontra la massima trasparenza, oltre che offrire le prestazioni in tempi rapidi, considerato che una mammografia si ottiene in 3 giorni e una risonanza magnetica nucleare in 5 giorni. E i costi? Anche qui la Regione Lombardia stupisce per i suoi primati. Rispetto alla media nazionale, la sanità lombarda costa il 9,3% in meno».
LOMBARDIA PRE-FORMIGONI – «Prima dell’amministrazione Formigoni la sanità lombarda costava il 3% in più della media nazionale. Emilia Romagna e Toscana sono virtuose, ma non come la Lombardia, mentre le Regioni Lazio, Campania, Sicilia, Liguria, Bolzano e Valle d’Aosta sono molto al di sopra della media nazionale.
L’affermazione di alcuni esponenti della sinistra lombarda che la sanità in Lombardia è sempre stata efficiente è falsa e contraddetta dai dati forniti dal CERM nel 2012, in cui si può osservare il progressivo miglioramento degli indici da quando Formigoni si è insediato in Regione Lombardia nel 1995. Lo studio citato, pone in evidenza, senza possibilità di equivoco alcuno, la distanza abissale fra la sanità lombarda e quella delle altre regioni: “Il Mezzogiorno è staccato dal resto d’Italia di ordini di grandezza che dimostrano l’urgenza delle riforme. Sono cinque le Regioni per le quali il gap di efficienza e di qualità risulta particolarmente acuto: Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio. Per raggiungere i livelli Lombardi, dopo aver colmato il gap di qualità, la Campania dovrebbe liberare risorse per oltre 3,4 miliardi di Euro l’anno, la Sicilia oltre 2,1 miliardi, la Puglia quasi 1,8 miliardi, la Calabria 560 milioni e il Lazio quasi 1,5 miliardi che sommato al risparmio delle altre Regioni si ottiene una riduzione di costi per un importo di oltre 12 miliardi, equivalenti a circa lo 0,8% del Pil”».
SANITA’ – «La sanità lombarda, oltre ad eccellere nelle prestazioni è anche quella che costa meno di tutte le altre Regioni d’ Italia. Nel 2010 con un costo pari al 5,3% del Pil, la Lombardia precede tutte le altre regioni, sei delle quali superano il 10% del Pil. In Lombardia bastano 41,3 dipendenti per mille abitanti mentre le altre regioni, escludendo le Regioni a Statuto speciale, per funzionare hanno bisogno di più di 60 dipendenti della sanità ogni 1000 abitanti».
20 FORMIGONI – «Se la sanità di queste Regioni fosse stata in linea con quella Lombarda non sarebbe stato necessario il taglio delle pensioni, l’aumento dell’iva e della benzina e non sarebbe stato necessario reintrodurre l’ici sulla prima casa. Se in Italia ci fossero 20 Formigoni, uno per ogni Regione, non avremmo bisogno di strozzare con le imposte i cittadini, non avremmo il terrore dello spread e i giovani e le famiglie potrebbero guardare al futuro con maggiore fiducia. L’alternativa ai 20 Formigoni è l’approvazione dei decreti legislativi varati in attuazione della legge delega sul federalismo. La determinazione del fabbisogno standard è la migliore spending review che si possa fare. Il vero progetto di risanamento dell’ Italia sta proprio nel passaggio graduale dalla spesa storica alla spesa determinata sulla base dei costi standard».
«Questi sono dati certi e inconfutabili, che testimoniano l’alta qualità del “prodotto” Regione Lombardia. Questi sono i fatti, il resto è solo fumo che viene soffiato sulla nostra Regione nel tentativo di nascondere la più bella esperienza amministrativa dal dopoguerra ad oggi.
Cari Consiglieri respingiamo con fermezza questa mozione perché è faziosa e ha il solo scopo di coprire di fango la Regione più virtuosa d’ Italia nel timore che questa possa essere presa a modello da tante altre amministrate dalla sinistra che al confronto hanno solo il dovere di arrossire dalla vergogna».


lunedì 12 marzo 2012

Popolari e sussidiari non «conservatori»

L’ex can­cel­liere tedesco Helmut Kohl lo ha scritto sulla Bild qualche giorno fa: «La mia visione per l’Europa era e resta quella dei padri fondatori dell’Europa: è la visione dell’Europa unita, ciò che significa la visione di una convivenza sempre più stretta, sempre più insieme e interconnessi nel nostro continente». Dobbiamo domandarci che cosa è rimasto, oggi, della visione dell’Europa dei padri fondatori, in una fase di profonda crisi economica, ma anche culturale e politica. Quell’intuizione originaria ha prodotto un metodo positivo, ha fatto la fortuna economica dell’Europa consentendole sessantacinque anni di pace e di sviluppo, il più lungo periodo della storia d’Europa con assenza di conflitti.

Questi sessantacinque anni hanno avuto un’incidenza profonda sulla crescita e sulla prosperità economica. Hanno inciso sulla libera circolazione delle idee. Hanno portato sempre di più a un’idea di Europa come terra agognata per tutti coloro che vivono in costrizione. Il vero dramma del progetto politico europeo, nato per sovvertire il clima tragico della fine degli anni Quaranta, consiste oggi nel non saper più declinare il pensiero che lo fonda. Persiste una sorta di congiura del silenzio all’interno della quale è veramente ben difficile riprendere le redini di una responsabilità politica nei confronti delle nuove generazioni. L’Europa ha beneficiato, non per merito proprio, dell’implosione del comunismo, ma fatica a riconoscere i fattori che, dal punto di vista morale e spirituale, l’hanno prodotta. In che cosa realmente crede l’Europa per potere pretendere di condurre una battaglia ideale che si affermi come principio di libertà per tutti i popoli del mondo? L’unica chance per l’Europa di continuare a esistere è di tener conto delle esigenze della persona, della storia millenaria che ha fondato la cultura europea. La ricchezza dell’Europa sta nella diversità delle sue culture, tutte da difendere e promuovere, inclusa quella che per più tempo ha dato forma all’Europa facendone un faro di civiltà: la cultura cristiana. «Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide» è la frase che Konrad Adenauer, Robert Schuman e Alcide De Gasperi amavano ripetere. Queste parole ci fanno comprendere il contributo essenziale che uomini come loro hanno portato alla sconfitta delle ideologie totalitarie. È la domanda di una nuova società europea, rispondente alla maturità civile e morale del popolo e allo sviluppo dell’energia che ne deriva.

Libertà religiosa, libertà d’educazione, libertà d’impresa, cooperazione tra i popoli, questa è la pace duratura che volevano i padri fondatori. Se quella pace c’è stata ed è ancora una certezza nel nostro continente, lo si deve essenzialmente ad una geniale intuizione figlia di un approccio cristiano alla politica. Possiamo sperare di uscire dalla drammatica situazione attuale se, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere quel qualcosa che ci unisce. La ricetta del Partito popolare europeo non coinciderà con quella del conservatorismo europeo quanto più riuscirà a fare propria la lezione dei padri fondatori. Il ruolo dei cattolici è essenziale per favorire il ridestarsi del progetto europeo: essi sono infatti un fattore di unità di cui difficilmente si può fare a meno. «L’Italia vuole uscire dalla crisi ed essere ancora una volta una forza trainante della costruzione europea, integrazione europea non significa affatto un superstato, ma un continuo operare del principio della sussidiarietà». Credo che il dialogo possa partire da queste parole che il Presidente Monti ha pronunciato due settimane fa a Strasburgo. Questa è la cultura europeista a cui tutti dobbiamo guardare per non rischiare di guardare l’Europa come un ente omologante e lontano anni luce dai cittadini.

Di fronte alle sfide di oggi i padri fondatori ci dicono di non chiuderci, ma di proseguire con uno spirito aperto, creativo e lungimirante.

Sono convinto che tutte le forze politiche presenti in Europa non possano guardare al futuro prescindendo da questo messaggio, che vale per tutti. Il progetto europeo avrà un futuro se i partiti riusciranno a costruire un dialogo che vada oltre i confini ideologici anche per fermare la pericolosa avanzata degli euroscettici e dei populisti.
Mario Mauro
 
 

venerdì 24 febbraio 2012

FORNACE: STESSA DOMANDA MA METODO OPPOSTO

Hanno la stessa domanda di tutti, in fondo, i ragazzi della Fornace che lunedi 13 febbraio hanno fatto irruzione, interrompendolo, ad un incontro organizzato da Comunione e Liberazione di Rho.
Una domanda di significato sulla vita, su cosa valga la pena fondare le proprie aspirazioni e i propri desideri.
Andare a fondo di questa esigenza costitutiva di ciascuno era anche il tema dell’incontro di lunedi organizzato da CL sulla “Crisi come sfida per un cambiamento”.
Stessa domanda, dicevo, ma metodi opposti: da una parte una proposta, aperta a tutti, un contributo di riflessione, quello portato dal senatore Cantoni e dal giornalista Savorana; dall’altra il tentativo della Fornace di voler imporre, con la forza, il proprio pensiero e la propria lettura della realtà.
Un modo di agire, quest’ultimo, che non tiene conto della natura umana, che è innanzitutto libertà: cioè possibilità (mai obbligo!) di seguire una proposta offerta, non imposta con megafoni e slogan urlati contro gli altri!
Non guasterebbe, a mio avviso, una ferma presa di posizione del Sindaco Romano che, presente all’incontro, ha fatto un’introduzione valorizzando il convegno. Si tratta di difendere la libertà di espressione nella nostra, ancora libera, Rho.
E’ l’occasione per ringraziare nella fattispecie CL ma anche i numerosissimi gruppi e associazioni che a Rho operano per proporre costruttivamente le proprie idee, il proprio tentativo di risposta alla profonda esigenza di giustizia, di bellezza e di verità che, in fondo, si cela nel cuore di ciascuno di noi.
Giovanni Kirn

lunedì 6 febbraio 2012

Comune di RHO e ASER avviano la raccolta rifiuti porta a porta: ed i rhodensi pagano!

Cambia la raccolta dei rifiuti solidi indifferenziati a Rho, spariranno i cassonetti dalle strade e verranno raccolti porta a porta come già avviene per i rifiuti differenziati (carta, plastica, umido). La raccolta si farà 2 volte a settimana e sarà possibile portare fuori i rifiuti dalla 18.00 alle 6.00 prima del ritiro. Il motivo come ci dice il nostro assessore FORLONI è quello di incrementare ulteriormente la raccolta differenziata nel nostro comune (attualmente al 53%), migliorare l’estetica delle nostre strade eliminando i cassonetti, e tanti altri buoni motivi ecologici…e perché no in un momento di crisi occupazionale, assumere nella municipalizzata dal comune ASER, nuovo personale per gestire la raccolta porta a porta (+5 addetti). Questa raccolta porta a porta però non mi convince!! Non sono contrario a priori, ma ci sono troppi costi indiretti per i cittadini rhodensi. Questi gli aumenti di costo che subiremo, in particolare per quei cittadini che non hanno il “villone” e che vivono in condomini come me: 1) Ogni condominio dovra' identificare un locale immondezzaio per la raccolta dei sacchi trasparenti. In alcuni condomini tali locali sono stati dismessi o usati per altro (come nel mio deposito bici) e questo comportera' costi di sistemazione per adeguarli all’uso.
2) Ogni condominio dovra' avere del personale aggiuntivo a pagamento che 2 volte a settimana porti i sacchi per la raccolta fuori dal condominio, pulizia del locale immondezzaio e costi extra che nostri amministratori di condominio sono bravi a trovare (aggravio di almeno Euro 100 mese, 1.200 Euro anno per singolo condominio)
3) Ogni condominio dovra' procurarsi a pagamento dei sacchi trasparenti, anche qui vedremo le aste al rialzo fatte dai nostri amministratori, chi lo paga di più? Bene ci si adegui tutti al prezzo più alto…
4) L’ASER per organizzare tale raccolta subirà un aumento immediato di costi pari a 350.000 Euro (in cui ci sono i 5 nuovi addetti) e spera di far fronte a tali costi con una riduzione dei costi di smaltimento della spazzatura indifferenziata. E se non ci riuscisse? Ci aumentano anche la tassa sui rifiuti urbani per coprire i 350.000 Euro? Già ora le casse dell’ASER sono traballanti, figuriamoci con l’aumento della spesa corrente..   
5) Lo smaltimento poi degli attuali cassonetti sara' un costo per i cittadini? Certamente, non è facile far sparire nel nulla gli attuali cassonetti, dovranno essere smontati o sistemati e tutto questo con un costo aggiuntivo per i rhodensi nella speranza che non vengano depositati in un campo privato con pagamento di deposito come avviene nel Comune di Roma e in molti altri comuni italiani.  
6) Infine ci vorranno mezzi speciali (tipicamente più piccoli e di minore capacità) per la raccolta della indifferenziata e questo aumenterà sicuramente il traffico cittadino nei giorni di raccolta e aumento dei costi di utilizzo dei mezzi per la raccolta (carburante, assicurazioni, manutenzione ordinaria e straordinaria).   

Concludo dicendo che tale impostazione e' troppo sbilanciata a favore dell'amministrazione comunale. Non si vedono vantaggi concreti e tangibili nell’essere virtuosi per I cittadini ma solo altre spese in arrivo… Ci volete favorevoli? Abbassateci la tassa sui rifiuti o non createci costi indiretti e poi ne riparliamo, non siamo contro a priori, ma mai come in questo momento dobbiamo difendere con forza il nostro portafoglio.    

Alessandro Finicelli

martedì 31 gennaio 2012

Verso EXPO 2015 il verde a portata di bici dei Rhodensi

Sono stati indetti i primi bandi gara per la realizzazione di Expo 2015, le aree verdi e i corsi d’acqua aumentano rispetto al progetto iniziale. Infatti il bando prevede che chi se lo aggiudicherà dovrà costruire corsi d’acqua (prosecuzione del villoresi per 5 Km), laghi artificiali, isole e colline  con 10.000 piante nel sito destinato all’esposizione universale di Rho-Pero. Al momento, con gara precedentemente assegnata, sta avvenendo la semina di alcune piante e già entro l’anno si potranno vedere quelle perimetrali che delimitano il milione di metri quadrati destinati al sito. 400 saranno le varietà di piante, rigorosamente mediterranee con alberi da frutto, vigneti e uliveti. Si sta pensando anche ad un bosco, ad un giardino di farfalle nonché ad aree da PIC-NIC. I lavori dovrebbero cominciare tra giugno e luglio 2012. L’ingresso verso EXPO sarà dal lato OVEST, quello vicino a Mazzo di Rho per intenderci, con un lungo camminamento protetto da vetro e stazioni di auto elettriche per la visita del sito. Con questo post cominciamo a parlare di EXPO seguendo per i nostri concittadini gli sviluppi dell’evento, cercando di capire quali benefici o problemi si creano sul nostro territorio. Scrivici la tua opinione su EXPO 2015, minaccia o opportunità per i Rhodensi?

Alessandro Finicelli